Progettare meglio, il corso Develer a SPS 2025

Corso Progettazione Collaborativa a SPS

Durante l’ultima edizione di SPS Italia, Develer ha compiuto un passo importante: portare in fiera non solo soluzioni tecnologiche avanzate, ma anche una visione nuova del modo in cui i progetti possono nascere e crescere. Per la prima volta, abbiamo proposto un corso dedicato alla progettazione collaborativa, un approccio di cui siamo tra i pionieri nel panorama industriale italiano.

A guidarlo è stato Matteo Forni, product designer di Develer, che ha coinvolto i partecipanti in una mattinata intensa: strumenti pratici, domande scomode e riflessioni su come prendere decisioni migliori nei progetti tecnologici.

Abbiamo fatto due chiacchiere con lui a fine evento, per raccogliere impressioni, spunti e qualche consiglio per chi non ha potuto partecipare.

Com’è andata? Che impressioni hai avuto durante il corso?

Direi che è andata bene! Ho percepito molta attenzione sul tema della progettazione collaborativa. Questo dimostra che, anche nel settore industriale, c’è ancora un territorio da esplorare: quello della progettazione pensata per snellire i processi e ottenere valore, mettendo le persone al centro. Collaborare, dialogare, identificare insieme problemi e soluzioni: è un modo diverso, ma estremamente efficace, di lavorare.

Che tipo di pubblico ha partecipato al workshop? C’erano profili o domande che ti hanno colpito?

Il pubblico era molto verticale: professionisti e tecnici del mondo industriale. Ma proprio questo ha reso interessanti gli interventi. Alcuni partecipanti, partendo dagli esempi che abbiamo portato, sono riusciti a rileggerli nel contesto delle loro aziende, anche in settori molto distanti. Le domande che sono emerse hanno dimostrato che gli strumenti presentati possono essere adattati a scenari diversi, come la produzione o lo sviluppo di prototipi.

Qual era l’obiettivo principale del corso?

Volevamo trasmettere un messaggio chiaro: la progettazione collaborativa non è indicata solo per l’ideazione di un prodotto consumer. È un approccio che può funzionare anche nel B2B, senza stravolgimenti, ma cogliendone i valori fondamentali: confronto, co-creazione, coinvolgimento degli stakeholder. Portarlo a SPS, in un contesto industriale tecnico, è stato per noi un gesto significativo. Ci sentiamo pionieri in questo e ne siamo orgogliosi.

Che strumenti o metodi avete presentato?

Abbiamo lavorato su strumenti molto concreti:

Qual è la parte più difficile da far accettare alle aziende quando si propone questo approccio?

Il punto critico è spesso il linguaggio. Quando si parla di “design”, lo si associa ancora a qualcosa di estetico o decorativo. Ma design è costruire la bellezza, costruire anche quella componente estetica, emotiva e funzionale che ha l’obiettivo di realizzare prodotti il cui utilizzo sia semplice, accessibile e memorabile. Farlo insieme, in modo strutturato, è il cuore della progettazione collaborativa.

Quali errori aiuta a evitare questo approccio, soprattutto nei progetti tecnologici?

I progetti tecnologici sono spesso iper-complessi, e cercare di mappare tutto nei minimi dettagli può diventare un errore. L’approccio collaborativo ci invita a concentrare l’attenzione su ciò che davvero conta per chi usa quel prodotto o servizio.

Ci aiuta a ridurre il superfluo, evitare di inserire funzionalità inutili o progettare sulla base di ipotesi e bias. Se non parliamo con le persone giuste, non sapremo mai se una funzione è davvero necessaria – e rischiamo solo di sprecare tempo e risorse.

Cosa ti auguri che i partecipanti si siano portati a casa?

Il nostro obiettivo è sempre quello di fornire strumenti subito applicabili. Spero che chi ha partecipato torni al lavoro con la voglia di provare, anche solo su un piccolo problema noto, uno dei metodi che abbiamo proposto.

Ma soprattutto, mi auguro che abbiano portato con sé una nuova unità di misura: il valore percepito dalle persone, prima ancora di specifiche e dettagliatissimi documenti tecnici 

Riproporrete il corso? Ci saranno evoluzioni o nuove versioni?

Sì, vogliamo riproporlo. E renderlo ancora più sfidante: mi piacerebbe affrontare esempi e domande che arrivano da contesti molto lontani dalla progettazione “classica”.

“Posso usare questo approccio per una scheda hardware?” “O per cambiare una fase produttiva?” Sono sfide stimolanti e vorrei che il corso diventasse un’occasione per esplorare anche queste possibilità.

Il corso è stato per molti un’occasione per scoprire che progettare insieme – davvero – si può. Basta avere gli strumenti giusti e la volontà di uscire dal proprio ruolo per mettersi nei panni degli altri.

E per chi non è riuscito a partecipare, non è detta l’ultima parola: stiamo già pensando a nuove occasioni per portare la progettazione collaborativa fuori dalle slide e dentro le aziende.

Vuoi partecipare al prossimo corso gratuito?

ISCRIVITI ALLA LISTA D’ATTESA